In un mondo falso e costruito, gli uomini sono sempre alla ricerca di verità assolute e immutabili. L’unica realtà possibile però è quella iscritta sul frontone del tempio di Apollo a Delfi: conosci te stesso. Ma anche quello non è mai definitivo… – Su ilLibraio.it la riflessione dell’autrice de “Gli ipocriti”


Questa è la mia famiglia.Poca gioia e grandi silenzi. Che hanno diluito l’amore fino a farlo sparire: è Manu, la protagonista adolescente de Gli ipocriti a fare questa osservazione, mentre spia i suoi genitori. Quei genitori che ridono solo fuori di casa, mai dentro. Quel padre che non è mica un uomo unico. No. Sono due gemelli. Quello buono si schiera “per la tutela della famiglia, del matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso, dell’essere umano dall’inizio alla sua fine”. Però poi c’è l’altro gemello, quello cattivo, che non ama la mamma ed è adulterino, bigamo, trigamo e compagnia bella. Quel marito e quella moglie molto cattolici, con un amore finito in mezzo, una separazione in casa taciuta, e una sessuomania sbocciata in terra di totale omissione dell’eros, quando ti rendi conto che non puoi dominare una tigre. Al massimo puoi renderla infelice in una gabbia.

Il fatto è che quotidianamente ci inganniamo. Ci convinciamo di credere in cose in cui non crediamo. Di poter fare a meno di cose che invece ci sono necessarie. Mentiamo a noi stessi. E ci ostiniamo a ritenere vera la menzogna che una volta ci siamo raccontati. Dov’è l’autenticità? Dov’è la bugia? Nell’amore che nasce o nell’amore che muore? Nella passione che brucia o nel fuoco che si estingue? Nella ricerca di Dio o nel silenzio di Dio?

L’uomo cerca verità assolute e si sente tradito se non ce le ha, non capendo che sono provvisorie, inserite in un processo di incessante evoluzione e precisazione. Mutevoli, come la vita.

Ci vuole coraggio per rimanere fedeli all’unica realtà possibile, iscritta a caratteri cubitali sul frontone del tempio di Apollo a Delfi: conosci te stesso. Perché la conoscenza di sé possiede una caratteristica, quella di essere, al pari di ogni altro umano sapere, precaria e di dover sempre ricominciare daccapo.

FONTE : http://www.illibraio.it/ipocrisie-verita-conoscere-se-stessi-conoscere-altri-258152/